sabato 30 dicembre 2017

Crotone Napoli 0-1, gli azzurri sono Campioni d’inverno



servizio di Vincenzo Capretto ©riproduzione riservata


Il Napoli, non senza qualche sofferenza di troppo, vince a Crotone mantenendo la testa della classifica e laureandosi campione d’inverno per la quinta volta nella sua storia, in due delle quali è poi arrivato il tricolore.

Gli azzurri schierano la miglior formazione con la solita eccezione di Hysaj a sinistra e Maggio a destra per la concomitante squalifica di Rui. La prima occasione degli azzurri corrisponde al vantaggio, al 17’ è un’azione corale a portare alla rete numero 117 del capitano Hamsik con un sinistro violento ad incrociare dove Cordaz non può nulla. Il Napoli conduce le danze a proprio piacimento ma solo al 34’ sfiora il raddoppio con un gran tiro di prima di Insigne deviato in angolo da Cordaz. Il primo tempo termina con un Napoli meritatamente in vantaggio ed un Crotone apparso davvero troppo poco per gli azzurri e che per lunghi tratti ha badato solo a difendersi.

Nella ripresa gli azzurri entrano in campo un po’molli ed il Crotone al 50’ sfiora il pareggio con un’azione personale di Stoian che con un gran tiro sibila il palo alla sinistra di Reina. I calabresi sembrano crederci un po’ di più e si affacciano spesso nella metà campo azzurra. Al 60’ Reina rilancia male, ne approfitta Trotta che con un pallonetto prova a sorprenderlo ma lo stesso spagnolo riprende la posizione e para senza problemi. Gli azzurri si rivedono in attacco con Insigne che al 64’ colpisce una clamorosa traversa con un meraviglioso tiro a giro, sulla respinta è bravo Cordaz su Callejon a mandare la palla in angolo. Al 65’corner per il Crotone, Mertens tocca il pallone con braccio e spalla. Episodio non chiaro ma anche se involontario il rigore poteva starci. Al 76’ la miglior palla goal per i rosso-blu, Crociata dal limite impegna severamente Reina con un gran fendente. La partita termina con un doppio miracolo di Cordaz, prima vola su un tiro da fuori di Diawara e poi si supera sul susseguente diagonale di Callejon respingendo il pallone con il piede. Termina l’incontro con una sofferenza forse neanche prevista.

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Prima di analizzare l’incontro vogliamo soffermarci sulle polemiche post partita della squadra calabrese, dirigenti compresi. Si parla di vergognoso non aver dato il rigore al Crotone per il fallo di mano di Mertens al 65’. Abbiamo detto che il rigore poteva starci ma non è chiaro l’episodio e analizzando lo stesso dovremmo anche capire la volontarietà del fallo. Detto questo chiediamo a tutta la Società Crotone, squadra molto simpatica, ma davvero siete convinti che quel rigore poteva cambiare le sorti dell’incontro? Davvero avete la presunzione di pensare che gli azzurri non avrebbero vinto lo stesso l’incontro? Ci piacerebbe rigiocare la partita per assegnarvi quel rigore.

Il Napoli entra in campo concentrato e conscio dell’obiettivo anche se sulla strada si ritrova un avversario non previsto: il campo al limite della giocabilità che non aiuta di certo il gioco del Napoli fatto soprattutto di passaggi veloci e continuo giro palla. Primo tempo giocato bene e dominato nonostante i vari “bus” rosso-blu collocati nella trequarti calabrese. Il goal azzurro di Hamsik che segna la sua terza rete consecutiva è solo il risultato naturale della supremazia partenopea. Nel secondo tempo, gli azzurri convinti della loro forza e della netta superiorità nei confronti degli avversari abbassano il ritmo e la concentrazione dando coraggio ad un Crotone che aveva ben poco da chiedere all’incontro. Fortuna che i calabresi non approfittano di questo passaggio durato una decina di minuti, poi un pò l’imprecisione azzurra ed i miracoli di Cordaz fanno sì che l’incontro non si chiuda prima. Ecco questa resta l’unica pecca di questa sera, partite del genere vanno chiuse anzitempo senza patemi e inutili sofferenze.

Tante sufficienze tra gli azzurri con la sola nota stonata che arriva ancora una volta da parte di Mertens ma il folletto belga ha ancora tanto credito anche perché non segna, non gli vengono le giocate ma continua a lottare come sempre e questo gli viene dato atto. I migliori sono Hamsik che è al terzo goal consecutivo, si conferma in crescita ed è tra quelli che sbaglia meno in termini di passaggi nonostante il terreno e Allan che ormai è un dato costante tra i migliori, recupera ancora tanti palloni, pressa e si propone. Deliziosa la finta del tiro prima di servire il pallone ad Hamsik per il goal vittoria.

I partenopei chiudono un 2017 d’oro prendendosi il platonico titolo di campioni d’inverno. I numeri parlano di un Napoli nell’anno solare strepitoso: zero sconfitte in trasferta in 20 partite, 99 punti in 39 gare di campionato e quasi cento gol segnati (96). Senza dimenticare i 48 punti guadagnati finora in campionato.
Aggiungiamo ancora una volta che il Napoli fattura circa 250 Milioni di Euro in meno rispetto alla Juve, se non è un miracolo poco ci manca.
A questa favola manca solo il lieto fine.
BUON ANNO A TUTTI!!

sabato 23 dicembre 2017

Napoli Sampdoria 3-2, gli azzurri si regalano un Natale in testa alla classifica



servizio di Vincenzo Capretto © riproduzione riservata

Il Napoli si regala un Natale da primo della classe, con il cuore e con i denti riesce ad ottenere un’importantissima vittoria nel match pre-natalizio contro la Sampdoria di Giampaolo.
Partita che inizia subito con il botto, dopo due minuti punizione di Ramirez dai trenta metri e vantaggio doriano. Nella circostanza gravi colpe di Reina, nonostante l’attenuante del sole, non può subire una rete da quella distanza e per di più sul suo palo. Gli azzurri ci mettono un paio di minuti per riprendersi ma quando lo fanno, iniziano a macinare gioco ed occasioni. All’ 8’ è Callejon, su lancio di Insigne, che al volo impegna Viviano. Pochi minuti è Mertens con una girata volante, improvvisa e spettacolare a sfiorare il palo. Al terzo tentativo il Napoli fa centro: Mertens ruba la palla a Barreto, lancia Callejon che calcia al volo ma Viviano prima si supera e poi nulla può sul tap-in di Allan. Gli azzurri indomiti continuano ad attaccare ma il portiere doriano dice ancora no su un diagonale di Insigne, il Napoli fa la partita e la domina ma un’incursione di Ramirez mette in crisi Albiol ed Hysaj con quest’ultimo che atterra l’uruguaiano permettendo ai blucerchiati di riportarsi in vantaggio con il susseguente calcio di rigore di Quagliarella. Gli azzurri non demordono e ripartono, ancora una palla rubata nella trequarti doriana con Allan, palla a Mertens che di prima appoggia ad Insigne che al volo fulmina Viviano. Sul finire del tempo un’azione insistita dell’inarrestabile Allan e un’intuizione del folletto belga porta Hamsik a siglare il meritato sorpasso facendo entrare di diritto il capitano nella storia azzurra con il suo 116° goal. Il primo tempo termina con un pirotecnico 3-2 per gli azzurri.
Nel secondo tempo è la stanchezza che la fa padrone, i partenopei cercano ma senza convinzione di chiudere l’incontro mentre la Sampdoria in ripartenza prova a pareggiare. I doriani fanno possesso palla ma senza rendersi mai veramente pericolosi. Azioni rilevanti sono comunque solo di marca azzurra, Mertens su punizione impegna Viviano e sul finire della gara è ancora il belga che impegna severamente l’estremo difensore doriano, facendo risultare lo stesso, al termine del match il migliore fra i suoi. Nel mezzo un pò di sofferenza per gli uomini di Sarri, soprattutto perché al 76’ il Napoli resta in dieci per una doppia ammonizione di Rui. Il fischio finale è una liberazione per tutto il San Paolo ed il popolo azzurro.
Un primo tempo bello ed emozionante forse con qualche errore difensivo di troppo per entrambe le compagini. Gli azzurri con questa partita confermano, dopo le ultime due, di essere ritornati in condizione sia fisica che mentale. Non era facile rialzarsi con quella veemenza e con quella voglia dopo essere passati in svantaggio per due volte. Il Napoli del primo tempo mostra, come qualche settimana fa, una forza devastante da centrocampo in su in termini di giocate e pressing denotando anche una lucidità e praticità da grande squadra. Giornali e media diranno che i goal degli azzurri nascono da errori della Sampdoria e su questo non ci piove ma vi vogliamo far notare che gli errori nascono dal pressing asfissiante fatto dai partenopei soprattutto nel primo tempo e non secondario c’è da sottolineare come gli uomini di Mister Sarri una volta recuperata la palla in tre tocchi sono arrivati sistematicamente alla conclusione. Dopo un primo tempo giocato da entrambe le squadre a ritmi vertiginosi, la ripresa è l’inevitabile conseguenza con una partita che diventa improvvisamente lenta e molto nervosa con poche giocate degne di nota. Gli azzurri nonostante la stanchezza e l’inferiorità numerica soffrono con il cuore e arrivano al 90° regalandosi un Natale azzurro. Segnali positivi e rasserenanti a parte qualche sbandata di troppo nelle retrovie ma l’importante era vincere, il breve momento negativo sembra essere stato messo definitivamente alle spalle.
I peggiori sono tutti in retroguardia: Reina come già detto, Hysaj ingenuo nell’affrontare Ramirez sull’azione del calcio di rigore per i doriani ed in generale risulta spesso insicuro e poco attento, Rui perché non deve e non può essere così superficiale nelle occasioni dei falli di ammonizione lasciando la sua squadra per quasi venti minuti in inferiorità numerica. Non come al solito Jorginho ma comunque sufficiente la sua prova. Bene Insigne, il suo goal poco decantato ma per nulla facile. Ottimo Mertens, pur senza trovare la rete è autore di due assist decisivi e di diverse buone giocate. Leggenda Hamsik che da stasera supera Maradona e scrive il suo nome in cima alla lista dei cannonieri azzurri. Il migliore indiscusso di oggi è Allan, ancora una volta. Mostruoso, straripante e indemoniato lascia il segno in tutti e tre goal azzurri: nella prima rete segue l’azione con astuzia, nella seconda è lui che dà l’inizio all’azione con il recupero della palla nella trequarti doriana e la terza rete nasce tutto dalla sua insistita percussione in area blucerchiata.
A prescindere il risultato che uscirà tra Juventus e Roma sarà comunque un Natale tinto da azzurro. Buon Natate a tutti.

mercoledì 20 dicembre 2017

Napoli Udinese 1-0, agli azzurri basta un goal di Insigne per accedere ai quarti di Coppa Italia





In un San Paolo infreddolito, con insolite temperature polari, il Napoli supera di misura l’Udinese e approda ai quarti di finale di Coppa Italia.

Primo tempo avaro di emozioni con ritmi lenti e compassati, il Napoli ci prova anche se con diversi interpreti risulta difficile sviluppare le solite manovre, di fronte una buona Udinese che bada prevalentemente alla fase difensiva. La palla goal più clamorosa è fra i piedi di Callejon che al 25’ servito da Rog spara su Scuffet. Pochi minuti e Ounas dal limite colpisce il palo esterno poi nulla più. Nella ripresa gli azzurri alzano i ritmi e schiacciano i bianco neri nella propria metà campo. Dieci minuti e  Sarri lancia i pezzi da novanta e la partita cambia. Al 67’ Rog recupera una gran palla servendo Mertens, il folletto belga allarga per Insigne che con un diagonale chirurgico realizza il goal partita. Pochi minuti e Mertens sfiora il raddoppio in due occasioni: prima con un tiro al volo che esce fuori di un nulla  a  Scuffet battuto e poi sempre il belga chiude un meraviglioso uno-due con Insigne ma l’estremo difensore bianco-nero gli nega la gioia del goal. La partita termina tra gli applausi dei pochi supporters accorsi al San Paolo.
Difficile fare considerazioni e riflessioni sul primo tempo dove il giusto massiccio turn-over fatto da Sarri non ha fruttato in termini di risultato, la manovra risulta poco fluida e non di eccelsa qualità ed in alcune circostante con movimenti inesistenti o sbagliati. Nel secondo tempo un pò la maggior voglia degli azzurri e soprattutto i cambi fanno si che il match e la qualificazione sorridono agli azzurri. Si rivedono buone giocate, ritmi alti e maggiore qualità. C’è da dire che l’Udinese in certi momenti si è difesa in dieci dietro la linea della palla avendo come unico obiettivo quello di non prenderle e questo certamente non ha  aiutato lo spettacolo in campo.

Analizzando nello specifico gli uomini meno utilizzati in questa prima parte di stagione abbiamo delle belle e cattive sorprese. Sepe poco impegnato soffre un po’ le prese sui calci d’angolo, Maksimovic alterna buone giocate a momenti di indecisione, Rog può essere considerato a tutti gli effetti un potenziale titolare: lotta, si danna e fa delle ottime giocate non é per caso che dai suoi piedi parte l’azione del goal dei partenopei. Giaccherini, un fantasma, un giocatore svogliato e con la testa altrove ma difficile in questo momento trovargli una squadra con il suo ingaggio e con queste prestazioni. Ounas acerbo, forse potenzialmente è quello che ha più numeri e spesso lo fa notare ma la poca confidenza con i compagni ed il terreno di gioco lo porta spesso ad isolarsi.
Il peggiore è Giaccherini, a seguire Callejon. Per il resto tanta sufficienza, il migliore è Insigne e con la sua rete porta il Napoli ai quarti della Coppa Nazionale.
Bene e condividiamo il turnover fatto da Sarri anzi lo auspicavamo anche in altri incontri. La vittoria aiuta mentalmente e fisicamente quindi è importante oltre ad essere gratificante andare avanti in Coppa, anche perché potrebbe essere ancora il palcoscenico dei giocatori meno utilizzati.
Ora testa e mirino puntato al difficile incontro di sabato contro la Sampdoria di Giampaolo per continuare a mantenere la testa della classifica.

sabato 16 dicembre 2017

Torino Napoli 1-3, è di nuovo primato!!



servizio di Vincenzo Capretto ©riproduzione riservata

Gli azzurri dopo il tonfo dell’Inter nel pomeriggio contro l’Udinese si riprendono la testa della classifica andando a vincere a Torino con forza ed autorevolezza.
Sarri sceglie ancora una volta il “solito” Napoli delle ultime domeniche ma questa volta c’è un’eccezione, forse quella decisiva, il Mister è riuscito a preparare il match per sei giorni di fila, cosa che non accadeva da mesi. Riavvolgiamo il nastro.
Si parte e dopo 3’ gli azzurri passano con Koulibaly che d’azione d’angolo trafigge di testa Sirigu, questa volta non è un fuoco di paglia, il Napoli sembra essere ritornato e prima sfiora il raddoppio con Mertens con un gran diagonale che finisce fuori di un niente e poi lo ottiene con Zielinski lanciato in rete da Jorginho. Il Torino è tramortito ed il Napoli affonda il colpo. Alla mezz’ora Jorginho serve Mertens in area, il folletto belga aspetta l’arrivo di Hamsik che con un bolide preciso e violento serve il tris e agguanta Maradona al vertice della classifica dei goal fatti in maglia azzurra. Il primo tempo finisce con il Toro in avanti con Baselli che da pochi metri dalla porta azzurra spara alto.
Nel secondo tempo il Napoli abbassa i ritmi ed il Torino prende campo senza però creare grosse palle goal, anzi è il Napoli che sfiora il poker con Zielinski ma il tiro è debole e con Hamsik che a botta sicura lambisce il palo. Gli sforzi dei granata vengono premiati al 63’ con Belotti che con un tiro non del tutto irresistibile supera Reina. Gli azzurri sanno soffrire ed in ripartenza si avvicinano ancora alla quarta rete, prima è Allan che si presenta a tu per tu con Sirugu  ma si “addormenta” permettendo l’intervento del difensore e poi è Mertens che da solo scivola nel momento del tap-in vincente a portiere battuto. La partita termina tra gli applausi dei tanti tifosi azzurri occorsi all’Olimpico di Torino.
Sin dai primi minuti si vede che gli azzurri non sono quelli “brutti”, lenti, stanchi e con poche idee visti nelle ultime settimane. Ritorna il goal, la brillantezza, le giocate e la velocità, la conseguenza inevitabile è che il Napoli dopo solo 30 minuti è già sul tre a zero. E’pur vero che di fronte il Torino commette errori difensivi da matita rossa ma questo non sminuisce la grande prestazione e soprattutto il devastante primo tempo dei partenopei. Nel secondo tempo gli azzurri calano fisicamente ed iniziano a soffrire ma nonostante questo sfiorano il poker più volte concedendo al Torino solo il goal della bandiera con il gallo Belotti. Buono, anzi buonissimo il rientro di Insigne che dimostra di aver smaltito ampiamente l’infortunio.
Il capitano, diremo finalmente, raggiunge Maradona in testa alla classifica dei marcatori azzurri di tutti i tempi entrando di diritto nella leggenda della Sociètà, nonostante le tante critiche soprattutto negli ultimi periodi mai nessuno ha messo in dubbio quello che rappresenta per il Napoli: una bandiera o meglio l’ultima vera bandiera del Napoli dopo D10S.
Tutti ampiamente sopra la sufficienza, di spessore la prestazione ancora una volta di Koulibaly ma la palma del migliore oggi va di diritto ad Hamsik capitano e simbolo di un’intera città. Il peggiore se può essere chiamato tale è Reina, sembrato indeciso non solo sulla rete subita e Mertens che sembra essere fuori forma e anche tremendamente sfortunato, lo aspettiamo con ansia.
Il Napoli da continuità ai primi segnali di risveglio già visti domenica nel secondo tempo contro la Fiorentina e soprattutto conquista i tre punti che lo riporta in vetta meritatamente in uno dei campionati più belli e difficili di tutta la storia del calcio italiano.

domenica 10 dicembre 2017

Napoli Fiorentina 0-0, gli azzurri sprecano l'opportunità di riportarsi in testa



servizio di Vincenzo Capretto © riproduzione riservata

Il Napoli impatta al San Paolo contro una buona Fiorentina e spreca l'opportunità di ritornare in testa alla classifica.
Sarri schiera Zielinski al posto di Insigne e ripropone Rui sulla fascia a sostituire l’infortunato Ghoulam.
Nel primo tempo gli azzurri giocano praticamente solo sette minuti, giusto il tempo di vedere una malinconica serpentina di Mertens che serve Jorginho che spara alta da buona posizione, per il resto il Napoli risulta non pervenuto. Di contro una buona Fiorentina si affaccia poche volte nell’aria azzurra ma quando lo fa è sempre pericolosa, è Simeone il più pericoloso dei viola, prima presentandosi a tu per tu con Reina e poco dopo di testa ma in entrambi i casi lo spagnolo è bravo a non farsi sorprendere.
Nel secondo tempo si vede qualche sprazzo di “vecchio” Napoli e la conseguenza è che gli azzurri creano quattro nitide palle goal. Pronti via Allan serve Zielinski che da solo spara alto, sei minuti dopo ancora il polacco si ritrova davanti a Sportiello ma il suo tiro viene deviato sul palo dall’estremo difensore viola. Gli azzurri sembrano aver imboccato la strada giusta e sfiorano ancora il vantaggio con Hamsik che dal limite calcia sull’esterno della rete con Sportiello battuto e con Callejon che di testa manda il pallone poco sopra la traversa. Il più clamoroso match point dell’intero incontro è di Mertens che al 70’ completamente solo spara addosso al portiere viola chiudendo di fatto lì l’incontro. Encomiabili i tifosi azzurri che al triplice fischio finale applaudono e inneggiano gli azzurri nonostante la grossa delusione per non aver portato a casa in tre punti.
Il Napoli fin dalle prime battute denota i limiti delle ultime settimane giocando un calcio lento, prevedibile e con poche idee, addirittura gli azzurri risultano noiosi ed irritanti con un possesso palla sterile e poco incisivo. La catena di sinistra, punto forte di questi mesi, diventa con le assenze forzate di Ghoulam e Insigne il punto debole degli uomini di Sarri, e giusto il tentativo di arginare il problema con Rui e Zielinski ma non comprendiamo la “testardaggine” nell’insistere sul polacco in un ruolo non suo, non a caso due palle goal clamorose arrivano proprio sui piedi dell’ex friuliano che pur abbastanza tecnico non ha certamente l’istinto da bomber. Il Napoli della seconda frazione di gioco ha dato qualche segnale di ripresa, almeno nei primi venticinque minuti, anche se ancora lontano da quel Napoli così ammirato e così decantato di qualche settimana fa. Purtroppo se anche Mertens, il nostro miglior bomber fallisce un’occasione così ghiotta come quella capita al 70’ allora c’è davvero da preoccuparsi. E’ inutile girarci intorno, i numeri non mentono mai: gli azzurri non vincono da tre partite (Juventus, Feyenoord, Fiorentina ndr), Mertens ha segnato una sola rete nelle ultime 6 giornate di Campionato, il Napoli nelle ultime 5 giornate ha segnato solo tre reti. Questa è la fotografia di un momento davvero complicato.
Il miglior è Allan combatte e si danna. Bene anche Reina, Albiol e Koulibaly. Male Jorginho, malissimo Callejon e Mertens ancora i peggiori.
Il Napoli non riesce più a vincere, per colpa della famosa coperta corta, per colpa della stanchezza accumulata in questi mesi, per colpa degli infortuni e per colpa di Mister Sarri. Lasciateci passare questa affermazione perché non è possibile che il Mister non riesca a trovare alternative di gioco nonostante i limiti palesati, nonostante gli appannamenti di tanti giocatori chiave e ci risulta inverosimile che un allenatore esperto come lui non provi a mescolare le carte, a cambiare uomini e soprattutto a cambiare gioco e modulo. E’ oggettivo che in questo momento il Napoli non possa giocare il calcio di Sarri e quindi prima che sia troppo tardi è l’allenatore che deve adattarsi al contesto e cercare in qualsiasi modo di restare attaccato a quel treno che fortunatamente per noi resta ancora ben visibile e di facile raggiungimento... ma per quanto ancora?!

giovedì 7 dicembre 2017

Feyenoord Napoli 2-1, finisce con una brutta sconfitta l’avventura Champions



servizio di Vincenzo Capretto @ riproduzione riservata

Il Napoli saluta, come da copione, la Champions nella notte di Rotterdam perdendo addirittura contro il modesto Feyernoord.
Non si può non ammirare i tifosi olandesi che nonostante lo zero nella casella dei punti riempiono lo stadio all’inverosimile, in Italia una cosa del genere non avverrà mai.
Pronti via ed il Napoli passa, da azione d’angolo è Zielinski a metterla dentro per il vantaggio azzurro. Gli azzurri gestiscono bene la gara e sfiorano la rete prima con Mertens che a tu per tu con il portiere olandese si fa ipnotizzare dallo stesso e poi con Hamsik che viene anticipato sulla linea di porta biancorossa a portiere battuto. In pieno controllo del match il Napoli subisce il pareggio del Feyenoord, Albiol manca lo stacco e di testa Jorgensen trafigge un incolpevole Reina. Proprio in contemporanea arriva la notizia del vantaggio dello Shakthar contro il City tagliando le gambe definitivamente agli azzurri. Il primo tempo finisce con un rigore negato al Napoli per un fallo in area su Callejon.
Il secondo tempo è solo la conseguenza di quello che accade in Ucraina, il Napoli ci prova senza convinzione ed il Feyenoord fa la sua buona partita di contenimento. Gli azzurri si superano al 90° quando riescono a far segnare anche il goal vittoria agli olandesi rimasti in dieci, ancora di testa questa volta con Juste ed ancora su dormita colossale di Albiol.
Sapevamo già prima di iniziare che le possibilità di superare il turno erano davvero basse, nessuno di noi ha mai pensato che il City andava in Ucraina a giocarsi una partita che non serviva a nulla e soprattutto prima di un big match come quello di domenica che gli uomini di Guardiola avranno contro lo United. Il Napoli in realtà in parte, prima di questa partita, l’aveva fatto perdendo la prima gara con lo Shakthar ma poi vincendo con gli interessi il “ritorno”, purtroppo la sfortuna del Napoli è stata quella di incontrare il Manchester City nelle partite centrali quando gli inglesi giocavano ancora per la qualificazione. Ovviamente questa è un’interpretazione puramente buonista, gli azzurri quella prima gara di Champions in Ucraina non dovevano perderla anche perché hanno dimostrato di essere più forti e soprattutto perché sapevano molto bene che le sfide con gli ucraini erano quelle decisive. Entrare nel dettaglio di questo incontro non è semplice perché è una partita che dal primo all’ultimo minuto è stata condizionata da quello che succedeva a Kharkiv.
Gli azzurri non possono fare a meno di uomini come Ghoulam e Insigne e stasera, sulla fascia sinistra, si è fatta sentire ancora di più la loro mancanza. I partenopei a parte i primi venti minuti sono sembrati ancora una volta lenti, con poche idee e con scarsa convinzione. La sensazione è sempre la stessa: gli azzurri non giocano più il loro spumeggiante calcio sembrano davvero molto stanchi, continuano a sbagliare troppi appoggi, mancano di quelle accelerazioni, movimenti e quelle verticalizzazioni che hanno fruttato così tanto agli uomini di Sarri. Il Napoli inizia male la Champions e la finisce ancora peggio, perde la sua quarta partita su sei in un girone tutt'altro che impossibile e riesce nell’ardua impresa a far vincere la prima partita della stagione in Champions ad un modestissimo Feyenoord.
Bisogna trovare il bando della matassa perché a prescindere gli oggettivi limiti fisici ed i tanto decantati limiti di rosa, gli azzurri stanno palesando grossi limiti anche di tenuta mentale, una squadra che vuole diventare grande non può farsi condizionare dalle notizie che provengono da altri campi, prima si vince e si convince, e poi si aspettano notizie.
In una serata così grigia nessuno degli azzurri raggiunge la sufficienza, su tutti il peggiore è Albiol capace di dormire su entrambi i goal olandesi.
Il Napoli retrocede in Europa League e lo fa da non testa di serie vista la sconfitta di questa sera, ricordiamo che in base ai punti raccolti nel proprio girone le migliori quattro delle squadre retrocesse dalla Champions saranno teste di serie.
L’Europa League riprenderà a Febbraio e fin da ora si spera che gli azzurri non snobbino comunque una competizione europea che con l’avanzar dei turni diventa sempre più affascinante e importante.
Ora testa al campionato mettendo da parte più in fretta possibile questa nuova delusione dopo quella di venerdì, la speranza è quella di trasformare tutta la rabbia e la delusione, compensando la grande stanchezza, se non nel gioco tanto decantato di qualche domenica fa nei tre punti che servono come il pane sia per la classifica ma soprattutto per il morale.

sabato 2 dicembre 2017

Napoli Juventus 0-1, è per mano dell’ex Higuain la prima sconfitta in campionato degli azzurri




servizio di Vincenzo Capretto © riproduzione riservata

Il Napoli cade in campionato dopo 9 mesi e 26 incontri proprio contro la sua acerrima nemica, quella Juventus dell’ex Higuain.
La partita inizia e tutto si chiedono se è veramente Napoli Juventus visti i colori delle maglie delle due contendenti, nero per i partenopei e giallo per la vecchia signora.
Pronti via e il Napoli si rende subito pericoloso con una discesa di Allan che serve appena lungo Hamsik, la Juve risponde sfiorando il goal con l’ex di turno Higuain che scatta sul filo del fuorigioco ed impegna severamente Reina. Al 13’ il momento chiave, Insigne perde palla in uscita, Dybala riparte e serve in profondità Higuain che fulmina sul primo palo Reina. Nella circostanza grosse colpe di Koulibaly che si accentra troppo lasciando libero l’argentino di infilarsi nello spazio e di Mario Rui che non riesce a recuperare. Gli azzurri ci mettono un pò per riprendersi ma minuto dopo minuto riescono a schiacciare la vecchia signora nella propria metà campo. Alla mezz’ora Insigne è il protagonista in una doppia occasione, prima impegna dalla distanza Buffon e poi lo stesso scugnizzo costringe agli straordinari l’estremo difensore bianconero con un colpo di testa sul calcio d’angolo successivo. Il tempo finisce senza ulteriori emozioni.
Nel secondo tempo il Napoli tiene il pallino del gioco creando qualche apprensione alla difesa bianconera, da segnalare nel primo quarto un tiro debole di Insigne e un bel diagonale di Callejon che finisce fuori di poco, la Juve a metà tempo si riaffaccia nell'area azzurra ed è pericolosissima, Pjanic lancia Matuidi che calcia al volo a colpo sicuro ma Reina si supera mandando in angolo. Gli azzurri ci provano ma solo con Insigne si rendono pericolosi con un diagonale che finisce fuori di poco. Per il resto tanta supremazia territoriale per gli uomini di Sarri ma nulla di più.
Diciamo subito che è stata una partita davvero brutta soprattutto pensando di essere al cospetto di due delle squadre che dovrebbero giocarsi lo scudetto. Allegri schiera una squadra accorta, umile e soprattutto maledettamente motivata, trovando, inoltre, la chiave di volta contro Sarri, 4-2-3-1 in fase di attacco e 4-4-1-1 in quella di non possesso. La Juve non fa una partita trascendentale, alla Manchester City per intenderci, ma fa la sua buona partita con una fase difensiva quasi impeccabile, si affaccia solo tre volte dalle parti di Reina oltre al goal ed è sempre pericolosa: Benatia e Higuain nel primo tempo, Matuidi nella ripresa e questo fa comprendere quanto sia stata davvero opaca la prestazione degli azzurri. Sono settimane, nonostante le vittorie, che continuiamo a sottolineare la stanchezza dei partenopei soprattutto in alcuni uomini chiave, non per caso il Napoli ha abbassato drasticamente la media goal realizzativa. Nel primo tempo errori gratuiti in continuazione e sempre in ritardo sulle seconde palle, meglio nella ripresa. Resta, invece, costante per tutta la gara la poca brillantezza e la mancanza di idee, il Napoli al momento sembra essere solo una sbiadita copia del Napoli ammirato qualche settimana e questo è la cosa che più preoccupa forse più della sconfitta in sé. Inutile dire e ridire quanto la coperta sia corta e rischia di diventare cortissima, basti pensare che oggi a sinistra ad un certo punto ci siamo ritrovati con due destri, Hysaj e Callejon. Non meno preoccupante la situazione di Insigne che probabilmente gioca con una punta di pubalgia ed Hamsik, ormai da tempo, in debito di ossigeno. In merito a quanto è stato detto la settimana scorsa sulla bontà delle rose è evidente che non possiamo chiedere la luna agli azzurri: la Juventus oggi ha sostituito Khedira con Marchisio, De Sciglio con Barzagli e per finire Cuadrado per Douglas Costa credo che basti questo per far comprendere quanto, comunque, di straordinario stanno facendo gli uomini di Mister Sarri.
Il migliore è Reina, salva su Higuain ad inizio incontro e tiene gli azzurri in partita con il miracolo nella ripresa su Matuidi. Sufficienza per Allan e Hysaj. Fioccano le insufficienze da Koulibaly a Mertens, da Hamsik a Callejon.
La preoccupazione maggiore è questa parabola discendente che il Napoli sta avendo nel gioco e nella brillantezza, urge un rimedio e forse potrebbe essere rischioso ma bisogna provare a ruotare di più i giocatori a disposizione anche se non all’altezza dei titolarissimi, prima di ritrovarci con gli uomini contati. Una battaglia è persa ma con astuzia e furbizia superando anche gli oggettivi limiti la guerra può essere ancora vinta!!