domenica 27 maggio 2018

Napoli: dal sogno svanito con Sarri alla nuova realtà Ancelotti

Sarri è andato via, con ogni probabilità direzione Chelsea, tra poche ore lo scopriremo.
Non ci stancheremo mai di dirgli GRAZIE: ieri, oggi e domani. Con lui, finalmente, non solo gli azzurri sono stati ammirati, conclamati e spesso invidiati in ogni dove ma è stato accarezzato a lungo un sogno attraverso emozioni e passioni che resteranno indelebili nel cuore del popolo azzurro. E’ vero, il sogno è rimasto tale per una serie di motivi, che spaziano dalle strane sviste arbitrali con VAR annesso, alla rosa corta, al deficitario mercato di Gennaio e per finire alla precaria tenuta mentale della squadra del Maestro Sarri. Insomma ci si può divertire a dare la responsabilità a qualcuno o qualcosa ma non cambierà la triste e crudele realtà ovvero anche l’anno venturo quel triangolino tanto desiderato resterà ancora una volta sulla solita casacca. Non ci stancheremo mai di ripeterlo che lo scudetto 2017-18 è stato vinto meritatamente se non di fatto ma sostanzialmente dal Napoli.
Non siamo stupidi né ciechi ad ammettere che la pluriscudettata Juventus ha un’ossatura, un budget, delle strutture e una forza politica ben superiore a tutti. In Italia è un dato inconfutabile, in Europa la stessa compagine della Mole si sta avvicinando alle big ma le manca ancora quella forza politica così tanto determinante in questo Campionato. Non c’è da gridare allo scandalo né al complotto non fa parte del nostro modo di porci ma è stato fin troppo evidente in questa annata che dove non arrivavano i meriti dei bianco-neri arrivava qualche altro tipo di intervento che permetteva sistematicamente alla Vecchia Signora di vincere partite che probabilmente non avrebbe vinto, chiamiamola semplicemente “sudditanza” del più forte, la stessa che da anni esiste in Europa nei confronti del Real Madrid.
Noi auspichiamo che tutto questo finisca ovunque, almeno in Italia vincerà chi lo merita e forse anche la Juventus, con merito, riuscirà ad alzare la così tanto agognata coppa dalle grandi orecchie. Saremo tutti più felici e contenti.

Torniamo al maestro o come ci piace chiamare al Comandante, capace di creare un’orchestra quadi perfetta con qualche violoncello e qualche contrabasso e portarla ad un livello tale da ricevere solo applausi e consensi. Il Napoli è stato una meravigliosa macchina formata da un gruppo di ottimi calciatori ma sicuramente non da campioni ma se per qualcuno poteva essere un limite per gli azzurri di Sarri è stato pura linfa. Solo un gruppo così unito, così cementato poteva arrivare a sfiorare un sogno, che carta alla mano, sembrava davvero impossibile quando tre anni fa si presentò quel mister di “provincia” tosco-campano. Ci mancherà Maurizio Sarri perché per tanti napoletani non era solo l’allenatore del Napoli ma ha rappresentato un papà, un amico, un uomo “comune” che ha avuto la presunzione e la faccia di c....di provare a conquistare il Palazzo e soprattutto non ha esitato un solo attimo, quando ce ne era bisogno,  a difendere Napoli ed il suo Napoli, prendendosi spesso anche ingiuste critiche. Non ci sono dubbi che ha commesso anche lui qualche errore, dalla gestione della rosa, a lasciarsi cadere per primo nello sconforto davanti a certi misfatti ma la bellezza di Sarri è anche questa, un uomo genuino di sani valori e maledettamente umano!!
Comprendiamo in pieno i suoi dubbi nel voler continuare, dopo una stagione così estenuante e soprattutto senza la certezza di avere ancora con sé il suo amato gruppo per riprovare l'assalto al Palazzo.
Ovunque andrà resterà per sempre nei nostri cuori e poi chissà come faceva una vecchia canzone“certi amori fanno dei giri immensi e poi tornano”.

Complimenti a De Laurentiis che con un colpo di teatro ha sorpreso tutti, napoletani e non ma ovviamente l’arrivo di Carlo Ancellotti non è per nulla casuale o una mossa azzardata. Il presidente partenopeo sa bene che oltre a Sarri c’è la concreta possibilità di veder partire qualche pezzo da novanta, in primis quelli con clausola e la sua geniale idea è stata quella di anticipare questa evenienza e con una mossa sorprendente ha cercato di ricevere consensi che a stretto giro sarebbero potuti mancare. L’idea di Ancellotti è sublime per palati fini, De Laurentiis ha portato a casa il miglior allenatore italiano, il più decorato con la speranza non solo di attirare l’attenzione di qualche top-player ma anche del famoso Palazzo. Ebbene il patron azzurro ha capito che per vincere oltre ad avere un grande allenatore, una buona squadra bisogna avere anche un certo peso politico e ovviamente non ce ne voglia il Comandante ma nominare in ogni angolo del Palazzo il Napoli di Ancellotti è ben diverso dal pensare al Napoli dell’umano Sarri. Non vogliamo andare contro corrente ma la venuta di Carletto non è sinonimo di grande mercato, proprio perché l’ex di Bayern, Real e Chelsea (per citarne qualcuna) ha sempre vinto con top-player, potrebbe essere stato colpito dalle parole convincenti di De Laurentiis e abbia accettato Napoli come sorta di grande sfida per dimostrare a tutti il suo valore a prescindere i campioni in squadra, d’altronde non è stato poi così difficile accettare non ci dimentichiamo comunque che gli azzurri sono la seconda forza d’Italia e con un organico non proprio da "buttare". Sicuramente avrà avuto delle rassicurazioni, sopratutto in caso di partenza di qualche big ma nonostante quello che tutti ci vogliono far credere De Laurentiss continuerà a pensare in primis al bilancio. Non ci aspettiamo l’arrivo di top-player all’apice della loro carriera ma qualcuno in piena maturazione o con contratto in scadenza potrebbe arrivare, è evidente che per i giocatori Ancellotti sarà un’importante garanzia per abbracciare il progetto azzurro e chissà magari l’anno prossimo la compagine partenopea sarà descritta e ricordata come la squadra più "brutta" ad aver vinto un Campionato Italiano ma credo che tutto l’ambiente Napoli sarebbe estremamente felice di passare dalla “Grande BELLEZZA” a“FUGA PER LA VITTORIA”.

sabato 26 maggio 2018

Napoli: il pagellone della stagione



Come ogni fine anno è tempo di bilanci. Dopo una lunghissima e entusiasmante stagione, nonostante l’amaro epilogo, è arrivato il momento di darei i VOTI. Sebbene l’enfasi per il grande arrivo di Carlo Ancelotti, è giusto valutare l’orchestra del maestro Maurizio Sarri.

Pepe Reina 6,5: Stagione buona senza lodi e senza infamie. Leader indiscusso fuori dal campo ma a parte la gara all’Olimpico contro la Roma non si ricordano prestazioni super. In Europa lascia a desiderare, in campionato riesce a battere il record di clean sheet assicurandosi spesso la piena sufficienza.

Luigi Sepe e Rafael Cabral sv.

Elseid Hysaj 6.5: Il motorino albanese disputa una buona stagione, confermandosi una sicurezza sulla destra. I livelli sono lontani dalla prima stagione ma dietro è una garanzia e non manca mai l’impegno. Pecca nella fase offensiva rispetto al passato.

Christian Maggio 6.5: Ogni volta che viene chiamato in causa risponde presente, sfoggiando performance di grande sostanza. Mai una parola fuori posto anche davanti a qualche scelta poco felice del mister, come per esempio l’ultima gara contro il Crotone.

Faozi Ghoulam 7: Prima del grave infortunio contro il City stava disputando la miglior stagione della carriera. Purtroppo il crack al ginocchio mette fine alla sua stagione ma il terzino visto nei primi mesi era da tutti considerato l’esterno di difesa migliore d’Europa.

Mario Rui 6,5: Il terzino portoghese è stato senza dubbio una delle sorprese dell’anno. Partito come riserva, guadagna il posto da titolare a causa dell’infortunio di Ghoulam. Dopo alcune perplessità iniziali, comincia a entrare a pieno nel gioco di Sarri guadagnandosi anche la convocazione per il mondiale 2018. Due reti e numerosi assist addolciscono un bel campionato. Tra tanto bello ricordiamo anche però le  brutte prestazioni contro Roma e Juventus al San Paolo.

Raùl Albiol 7,5: Il miglior anno da quando è a Napoli. Dietro sbaglia pochissimo, forse solo la partita interna con la Roma ma in quel caso non è stato l’unico. Forma una coppia perfetta con Koulibaly. Si toglie anche qualche soddisfazione in zona gol.

Kalidou Koulibaly 8,5: Il migliore insieme ad Allan. Quasi perfetto. Grazie a Sarri è diventato un top player mondiale, sicuramente il giocatore più ambito e importante dell’intera rosa. Non sbaglia quasi nulla ed entra nella storia firmando la leggendaria e indimenticabile vittoria allo scadere allo Stadium di Torino. Colpevolizzato da qualcuno ingiustamente per l’espulsione di Firenze in un match che il gruppo ha perso, come ha dichiarato lo stesso Sarri, la sera prima in hotel.

Vlad Chiriches 6.5: Gioca poco, ma quando scende in campo è una certezza nonostante la sua spalla ballerina. Commette qualche piccolo svarione ma averlo in panchina è quasi un lusso. Certezza per il futuro.

Lorenzo Tonelli 6.5: Scarsamente impiegato, garantisce solidità e affidabilità quando chiamato in causa. Bersaglio nella disfatta di Firenze, dimostra di potersi ritagliare uno spazio in questo Napoli e, come suo solito, risolve anche alcuni match con goal pesanti.

Nikola Maksimovic sv.

Jorginho 7.5: La mente, il motore del Napoli di Sarri è indubbiamente lui. In cabina di regia giostra le danze con sapienza e spiccata maturità. Una crescita esponenziale di questo calciatore, non a caso è nel mirino di un grande club come il Manchester City di Guardiola. Cala alla lunga, complice lo scarso riposo.

Amadou Diawara 6: Passo indietro vertiginoso rispetto allo scorso anno. Sarri lo vede poco e questo non aiuta il giocatore. Nonostante una stagione al chiaro-scuro ci ricordiamo il gol al City e il meraviglioso allo scadere nella partita col Chievo. Il tempo è dalla sua parte, ci si aspettiamo un immediato riscatto.

Allan 8,5: Maestoso, bionico, mostruoso, il migliore insieme a Koulibaly. Sigla la miglior annata della sua carriera. A centrocampo è l’ultimo ad arrendersi anche nelle partite compromesse, mentre in avanti è spesso letale con i suoi inserimenti. La maglia azzurra è diventata una seconda pelle. Indimenticabile le sue lacrime a Firenze.

Marko Rog 6: Gioca pochissimi minuti, quasi sempre gli ultimissimi in partite con risultato acquisito. Questo trattamento non solo lo frena nella crescita ma lo rende troppo “aggressivo” al suo ingresso in campo,  foga dovuta alla voglia di dimostrare il suo valore. Ha grinta da vendere ed un buon piede, peccato per la poca considerazione di Mister Sarri.

Marek Hamsik 6,5: Il peggior anno del capitano da quando veste la casacca azzurra. Firma record su record ma il suo apporto alla causa azzurra è marginale. Resta sufficiente per il lavoro in copertura, la serietà dentro e fuori dal campo e il bottino comunque discreto di gol.

Piotr Zielinski 7: L’anatroccolo è quasi diventato un cigno, non a caso nelle ultime partite Sarri punta sempre su di lui. Peccato per qualche partita a vuoto ma quasi sempre ben oltre la sufficienza. Meraviglioso il goal all’Atalanta per l’inizio della rimonta. Il Napoli fa bene a puntare su di lui.

José Maria Callejon 7: 10 gol, 13 assist e tanta corsa sulla fascia, ancora una volta pedina imprescindibile degli azzurri. Rispetto al passato è più discontinuo, soprattutto nella parte finale. Non può e non deve giocare tutte le partite, il calo è giusto e fisiologico. Bisognava avere un’alternativa valida.

Adam Ounas 6: Gioca anche meno di Rog, soprattutto da febbraio in poi, ed è quasi impossibile giudicarlo. Sarri in pratica lo boccia quasi subito. E’ costretto nel finale a giocare con la Primavera. Per quel poco che abbiamo visto si intravede un buon giocatore.

Lorenzo Insigne 8: Meno pungente rispetto al passato in fase realizzativa ma fenomenale in fase di assist-man. Paga anche lui lo sfinimento fisico ma ci mette cuore e anima fino alla fine. Con Ghoulam prima e Rui poi è un’arma letale per tutte le difese. Pecca per i tanti gol cestinati sotto porta e soprattutto per la testardaggine a voler effettuare alcune giocate, comunque in costante crescita  e sempre più leader. E’ il giusto futuro capitano azzurro.

Zinédine Machach ed Emanuele Giaccherini sv.

Dries Mertens 7: Nella prima metà di campionato è il fenomeno assoluto forse non solo in Italia, siglando anche gol di sublime fattura. Sul lungo cala drasticamente. Sempre pericoloso e imprevedibile, i numeri crollano in maniera vertiginosa ed evidente. Forse qualche giornata di panca gli avrebbe consentito di ricaricare quelle pile ormai quasi completamente scariche nella seconda parte di stagione.

Arek Milik 7: Doveva essere l’alternativa a Mertens prima che il secondo grave infortunio alle ginocchia lo mettesse nuovamente ai box. Tornato dopo 4 mesi con grinta e voglia, è uno dei migliori nella seconda parte di campionato. Al di là dei gol resta ammirevole la forza di volontà e abnegazione di un giocatore reduce da un doppio crack gravissimo. Il Napoli e Ancelotti devono puntare su di lui.

Maurizio Sarri 9: E’ il vero artefice dello Scudetto del Napoli, perché se non di fatto ma in sostanza il tricolore è azzurro. Un allenatore rivoluzionario che ha dato anima e gioco ad un gruppo di grandi giocatori ma quasi privo di reali fuoriclasse. Con una rosa ed un budget ampiamente inferiore a chi lo ha preceduto è riuscito a farsi apprezzare ed ammirare ovunque coniando di fatto una nuova filosofia di gioco, il “sarrismo”, divenuto in tutto il mondo sinonimo di bel gioco e alta qualità. Sul campo meritava ampiamente il titolo, che gli è stato strappato in modi alquanto discutibili ma diventati ormai routine nel campionato italiano. Straccia tutti i record della Società scrivendo pagine indelebili nella storia del Club. Ci sono delle pecche sulla sua gestione della rosa, come la scelta di trascurare le coppe o il mancato utilizzo della panchina. Discutibile qualche sua esternazione quando prova a giustificare le prestazioni sottotono in Europa ma è chiaro che solo grazie ad un Maestro come lui che il popolo napoletano ha potuto sperare e sognare un traguardo che manca da quasi trent’anni e che ampiamente meritava lui e tutta Napoli.





domenica 20 maggio 2018

Napoli Crotone 2-1, la "Grande Bellezza" chiude in bellezza

Getty Immages


Il Napoli chiude la stagione in bellezza vincendo e divertendo il caloroso pubblico accorso al San Palo per salutare degnamente la squadra di Sarri.  Gli azzurri superano il Crotone e quota novanta così come aveva chiesto il Mister prima dell’inizio dell’incontro, aggiornando il record di punti della settimana scorsa. Inutile sottolineare ancora una volta come mai una seconda in classifica aveva toccata tale punteggio.
Partita mai messa in discussione, gestita e comandata dall’inizio alla fine. Troppa la voglia del Napoli di regalare un’altra gioia al suo pubblico e chiudere al meglio un’annata comunque da ricordare. Azzurri che deliziano la platea con grandi giocate sfiorando il goal in continuazione con i vari Allan, Zielinsky, Callejon. Solo questione di centimetri ed un grande Cordaz non aumentano il passivo. Le reti arrivano al 23’ e 32’ con Milik Callejon entrambi imbeccati da due subliminali assist di Insigne. Nella ripresa è pura accademia, il Crotone ci prova con la forza della disperazione ed il Napoli sfiora il tris più volte, colpisce anche un palo con Mertens. Nel finale il Crotone accorcia con Tumminello, da sottolineare nella circostanza la rabbia di Sarri per la rete subita. La partita termina tra il tripudio dei supporters azzurri, tra le lacrime di ReinaMaggio e dei giocatori del Crotone, retrocesso in Serie B. Auguriamo alla squadra calabrese un’immediata risalita nella massima serie.

Finisce un’annata che per lunghi tratti ci ha fatto accarezzare un sogno tanto desiderato quanto meritato e che probabilmente non è arrivato non per demeriti degli azzurri. Salutiamo Pepe Reinaper lo spirito di abnegazione profusi in questi anni e Maggio che dopo dieci lunghi anni lascia Napoli, a Christian la nostra profonda stima e gratitudine per la dedizione e la professionalità che lo ha contraddistinto in questi anni. Peccato non avergli concesso neanche un minuto nell’ultima apparizione azzurra.
Stagione meravigliosa ed entusiasmante è mancata solo la ciliegina, sicuramente un dettaglio non da poco. Tanti rammarichi guardando anche i 91 punti conquistati, secondo le classifiche delle ultime dieci stagioni, sarebbe valsa la vittoria del titolo in otto occasioni.
Quest’anno la difesa è stata determinante, il Napoli ha subito 29 gol in 38 partite di campionato. Media gol incassati: 0,76 a partita. E’ evidente anche in questa fase la crescita: 32 gol subiti nel primo anno di Sarri, 39 nel secondo (però con 94 reti realizzate); poi, le cifre di questo campionato, tra l’altro viziate da due partite storte, negative, quella con la Roma al San Paolo e l’altra a Firenze. Senza questi due incidenti di percorso, la media cala a 0.61 per incontro. Una quota migliore rispetto a quella della Juventus.

Difficile spiegare e capire dove realmente il Napoli ha perso questo Campionato, non si tratti di essere faziosi ma a detta di tutti gli appassionati di calcio, la squadra azzurra meritava ampiamente questo scudetto per il meraviglioso, armonioso e spumeggiante gioco ammirato e decantato da tutto il mondo. Applausi  e complimenti ad una squadra che con una rosa e con mezzi ampiamente inferiorea chi la precede, ha tenuto un campionato aperto fino alla fine.
Il Napoli di Sarri è stata una macchina perfetta ed elaborata nei minimi dettagli che forse ha avuto qualche piccolo limite solo mentale, limiti accentuati da un “sistema calcio” non sempre cristallino. Un’opera, quella azzurra, accurata in cui ogni particolare è lì per una ragione. Niente è casuale e tutto è maledettamente studiato e costruito secondo uno schema ben preciso. Nessun passaggio, nessun azione, avviene senza che ogni interprete abbia compiuto il movimento o l’ordine ricevuto. È un’orchestracome la definirebbe Sacchi in cui tutti esaltano tutti. Un’orchestra che nonostante non abbia ricevuto il meritato premio sicuramente merita da tutti noi e non solo la STANDING OVATION FINALE. Difficile pensare un Napoli senza Sarri ma pochi giorni e sapremo se quest’orchestra avrà bisogno di un nuovo Maestro. Una cosa è certa comunque vada bisogna ripartire più forti di prima ed il tanto agoniato sogno deve diventare realtà!!

Ora giusto festeggiare perché se non di fatto ma sostanzialmente questo scudetto è AZZURRO, almeno questo nessuno potrà togliercelo!!

lunedì 14 maggio 2018

Sampdoria Napoli 0-2, è record di punti


ANSA
Il Napoli con una bella e nitida vittoria tocca quota 88 raggiungendo il record di punti della sua storia. Complimenti a tutta la Società Calcio Napoli per questo grande traguardo.

La partita inizia con un Napoli pimpante e ben lontano da quello visto a Firenze prima e contro il Torino la settimana scorsa al San Paolo.
Al primo angolo Mertens insacca in posizione di “offside” ma il VAR clamorosamente non segnala all’arbitro Gavillucci che la palla arriva al belga da un tocco di un avversario. Il Napoli staziona costantemente nella metà campo doriana e, nonostante il terreno pesante causa pioggia, pressa la Sampdoria a tutto campo. Gli azzurri sfiorano più volte la rete, prima con Insigne con un paio di tiri a giro, poi con Albiol che di testa impegna severamente Belec e infine con Ziliensky dalla distanza. La Sampdoria solo nel finale di tempo si affaccia pericolosamente nell’area azzurra con un colpo di testa di Ferrari che colpisce la parte alta della traversa.

Nella ripresa il canovaccio non cambia, è il Napoli a fare la partita ma purtroppo manca il guizzo decisivo per un meritatissimo vantaggio. Al 62’ a termine di uno-due meraviglioso è Insigne che calcia addosso a Belec. Entra Milik al posto di Mertens e il polacco ci mette sessanta secondi per marcare il cartellino con un meraviglioso sinistro all’incrocio dei pali. Purtroppo poi c’è da segnalare la sospensione dell’incontro per tre minuti per cori di discriminazione razziale nei confronti dei napoletani. Così come questi cori sono diventati di consuetudine su quasi ogni campo dovrebbe essere consuetudine sospendere l’incontro e sanzionare con squalifiche i settori responsabili. Il Napoli continua a giocare ed è Albiol a chiudere la partita con un gran colpo di testa su azione d’angolo.

Il finale è pura accademia per gli azzurri che chiudono in bellezza la loro ultima trasferta.
I partenopei scendono in campo determinati e con il giusto spirito, ben diverso dalle ultime due partite. Peccato che gli manca solo la rete anche se in realtà gli azzurri l’avevano trovata ma prima l’arbitro e poi il VAR annullano ingiustamente.
A prescindere chi gioca non è ammissibile un errore del genere anche con l'ausilio del VAR. Speriamo che Rizzoli, oggi in tribuna, si faccia sentire nelle sedi opportune con i suoi collaboratori. Si auspica per l’anno prossimo una migliore attenzione e collaborazione tra VAR ed arbitro di campo. Davvero un bel Napoli stasera che fa aumentare ancor di più il rammarico per come è finito questo campionato e per un sogno sfiorato, accarezzato ma non realizzato. Il dubbio resterà per sempre su cosa sarebbe successo se in quel famoso sabato sera il finale del match giocato a Milano sarebbe stato diverso o meglio se le scelte arbitrali sarebbero state, giustamente, diverse. Peccato che solo questo ci resterà.
Stasera, poi, si aggiunge anche un altro cocente record, mai nessuna squadra arrivata seconda aveva raggiunto così tanti punti.

Ci fa piacere sottolineare una frase di Barzagli che durante l’intervista post gara Roma Juventus, che di fatto ha consegnato il settimo scudetto ai bianconeri, ha ammesso: “ll Napoli ha fatto un grande campionato, forse meritavamo tutti e due”, almeno qualcuno è obiettivo e lucido.
Ora pensare a domenica all’abbraccio dei tifosi al San Paolo ed a rendere regolare la lotta salvezza e se possibile togliersi un ultimo sfizio, quota 90!! Poi forse salutare degnamente Mister Sarri.

martedì 8 maggio 2018

La nascita di un tifoso D.O.C.

Avevo appena compiuto 11 anni, oggi ne ho 64, frequentavo la prima media ad Augusta in provincia di Siracusa e mi trovai all'improvviso in mezzo ad un gruppo di amichetti che discuteva piuttosto animatamente di calcio. Erano quelli i tempi della Grande Inter di Angelo Moratti e del Milan di Nereo Rocco, ma sopratutto era Mazzola contro Rivera. 

Avevo provato molta gioia per la vittoria della Coppa dei Campioni prima del Milan e poi dell'Inter e il mio calciatore preferito era Gianni Rivera, ma...nel mio cuore c'era molta tristezza per il Napoli che galleggiava tra la serie B e la serie A e a scuola tutti mi prendevano in giro. Poi nel 1965-66, l'allora Presidente Roberto Fiore comprò Sivori dalla Juventus e Altafini dal Milan e ci restituì la gioia e la fierezza di essere Napoletani. Ero ancora piccolo e immaturo ma sono stato anch'io un emigrante lontano dal suo paese ed ho provato tantissima amarezza nel vedere ragazzi della mia età esultare per le vittorie della loro squadra del cuore. 

Il Napoli di allora arrivò terzo in campionato dietro Inter e Bologna e vinse il suo primo trofeo al di fuori dell'Italia: La coppa delle Alpi. Poi arrivarono Barison, Orlando e...Zoff ed il Napoli rimase nei piani alti della classifica arrivando secondo dietro il Milan che avrebbe poi rivinto la Coppa dei Campioni contro l'Aiax di un certo Crujff.

Tornato a San Giorgio a Cremano con la mia famiglia di allora, ero ormai un adolescente felice di 13 anni alto già 1,80 mt che per quell'epoca equivaleva al 1,90 di oggi, ma nonostante il mio aspetto da adulto, dovetti aspettare la maggiore età per andare allo stadio perchè i miei genitori erano molto apprensivi verso di me unico figlio maschio, e così la mia prima volta al San Paolo fu il 14 Ottobre 1973: Napoli-Juventus 2-0, con goal di Canè e se non ricordo male, Clerici su rigore. Mamma mia che battesimo del fuoco. Quello era un Grande Napoli allenato da un Grandissimo Uomo ancor prima che allenatore: Luis Vinicio. 

Dopo un decennio arrivò a Napoli il dio del calcio e sappiamo tutti come andò a finire. Oggi si dice che vincemmo poco con un fuoriclasse come Diego Armando Maradona e magari è vero, ma con lui ci siamo sentiti veramente...in Paradiso.

Forza sempre Magico Napoli.

GIUSEPPE DI MARIA

La vera critica costruttiva



di GIUSEPPE DI MARIA

Cosa è la critica costruttiva? 

E' quello che ogni tifoso vorrebbe leggere ma spesso non coincide con il proprio pensiero. Allora ecco i pro e contro ADL, i pro e contro Sarri e i pro e contro qualche giocatore, ma tutto ciò non cambierà mai il risultato di questo campionato ne renderà migliore il Napoli del futuro. 

Il calcio di oggi è in mano a gente senza scrupoli che pur di vestirsi da imperatori fanno la guerra anche ai bambini per poi investire i loro soldi sporchi di sangue. 

In Italia non siamo ancora arrivati a tanto, il potere FIAT basta e avanza per rendere malleabili gli addetti ai lavori. Dobbiamo crescere come città e cittadini prima ancora che come società calcistica, ma è necessaria l'onestà tipica che alberga in fondo al cuore di tutti i napoletani e non rinchiudersi nei propri pensieri dietro una tastiera che può avere certamente un uso migliore di quello di offendere chi non la pensa come noi.

domenica 6 maggio 2018

Napoli Torino 2-2, ancora una prestazione sottotono degli azzurri



Il Napoli impatta contro il Torino al San Paolo e consegna il settimo scudetto consecutivoalla Vecchia Signora. Incredibile ma due acerrime nemiche della Juve (Fiorentina e Torino) di fatto le regalano il tricolore, quando si dice che nel calcio nulla è scontato.
La partita inizia in un’atmosfera surreale, sugli spalti gremiti si tifa e si canta come una finale di Champions, in campo sembra assistere alla cosiddetta partita di fine anno tra scapoli ed ammogliati. Lentezza e apatia da entrambe le squadre, solo il caso e grazie ad una colossale dormita di Burdisso il Napoli a metà tempo si ritrova in vantaggio con Mertens. Il folletto belga pressa l’argentino gli ruba la palla ed insacca. Il primo tempo è questo. Azzurri poco incisivi e decisamente sotto ritmo.
Nella ripresa ancora tanta noia finchè il Torino trova su ripartenza il pareggio con un tiro di Basellideviato da Chiriches. Il pari dei granata scuote gli azzurri che iniziano ad alzare il ritmo ed a palleggiare egregiamente. Entrano Hamsik e Milikcon quest’ultimo che pochi minuti dopo colpisce un clamoroso palo a Sirigu battuto ma lo stesso estremo difensore nulla può contro il bolide del capitano azzurroche riporta i partenopei avanti. Il Napoli sfiora anche il tris con Milik servito splendidamente da Hysaj. L’ariete calcia di pochissimo fuori a pochi metri dalla porta granata. Quando tutto fa presagire ad un finale tranquillo ecco che arriva la solita dormita difensiva orfana di Koulibaly. E’ De Silvestri che si infila indisturbato tra le linee anticipando Rui e battendo un “distratto” Reina.
Gli ultimi minuti fanno preconizzare ad un ennesimo “miracolo” azzurro ma questa volta resta solo la speranza. La partita termina tra le lacrime di alcuni giocatori partenopei.
Difficile capire le motivazioni di questa prestazione sbiadita da parte del Napoli se non la cocente e dolorosa delusionedi un sogno accarezzato e sfuggito all’ultimo. Non possiamo e non vogliamo pensareche anche oggi gli azzurri siano stati condizionati dall’ennesima vittoria, con ancora decisioni arbitrali alquanto discutibili, dei bianconeri ieri contro il Bolognaci risulta più plausibile che il Napoli abbia letteralmente staccato la spina fisicamente e soprattutto mentalmente lasciandosi traportare erroneamente più dai sentimenti e dalle emozioni che dal vero obiettivo rimasto ovvero onorare il campionato fino all’ultima giornata e soprattutto obbligare la Vecchia Signora a vincere fino alla fine. Su questo c’è molto da lavorare a 360°.
Certo non hanno giovato, ancora una volta, le ultime esternazioni del patron De Laurentiis soprattutto nei modi e nei tempi. Non si può a tre giornate dalla fine, quando c’è ancora l’aritmetica per la vittoria finale,  affrontare con certi toni degli argomenti così delicati come la permanenza dell’allenatore e l’analisi della stagione in corso. La stessa tifoseria è spaccata in due, c’è chi è con il presidente e chi lo critica aspramente. Attendiamo ancora due giornate per il resoconto finale ed i processi ma certamente ci sono tante riflessioni da dover fare a bocce fermea prescindere dai doverosi ringraziamenti agli azzurri e dagli evidenti ed oggettivi sviste arbitrali pro bianco-neri.