Non ci stancheremo mai di dirgli GRAZIE: ieri, oggi e domani. Con lui, finalmente, non solo gli azzurri sono stati ammirati, conclamati e spesso invidiati in ogni dove ma è stato accarezzato a lungo un sogno attraverso emozioni e passioni che resteranno indelebili nel cuore del popolo azzurro. E’ vero, il sogno è rimasto tale per una serie di motivi, che spaziano dalle strane sviste arbitrali con VAR annesso, alla rosa corta, al deficitario mercato di Gennaio e per finire alla precaria tenuta mentale della squadra del Maestro Sarri. Insomma ci si può divertire a dare la responsabilità a qualcuno o qualcosa ma non cambierà la triste e crudele realtà ovvero anche l’anno venturo quel triangolino tanto desiderato resterà ancora una volta sulla solita casacca. Non ci stancheremo mai di ripeterlo che lo scudetto 2017-18 è stato vinto meritatamente se non di fatto ma sostanzialmente dal Napoli.
Non siamo stupidi né ciechi ad ammettere che la pluriscudettata Juventus ha un’ossatura, un budget, delle strutture e una forza politica ben superiore a tutti. In Italia è un dato inconfutabile, in Europa la stessa compagine della Mole si sta avvicinando alle big ma le manca ancora quella forza politica così tanto determinante in questo Campionato. Non c’è da gridare allo scandalo né al complotto non fa parte del nostro modo di porci ma è stato fin troppo evidente in questa annata che dove non arrivavano i meriti dei bianco-neri arrivava qualche altro tipo di intervento che permetteva sistematicamente alla Vecchia Signora di vincere partite che probabilmente non avrebbe vinto, chiamiamola semplicemente “sudditanza” del più forte, la stessa che da anni esiste in Europa nei confronti del Real Madrid.
Noi auspichiamo che tutto questo finisca ovunque, almeno in Italia vincerà chi lo merita e forse anche la Juventus, con merito, riuscirà ad alzare la così tanto agognata coppa dalle grandi orecchie. Saremo tutti più felici e contenti.
Torniamo al maestro o come ci piace chiamare al Comandante, capace di creare un’orchestra quadi perfetta con qualche violoncello e qualche contrabasso e portarla ad un livello tale da ricevere solo applausi e consensi. Il Napoli è stato una meravigliosa macchina formata da un gruppo di ottimi calciatori ma sicuramente non da campioni ma se per qualcuno poteva essere un limite per gli azzurri di Sarri è stato pura linfa. Solo un gruppo così unito, così cementato poteva arrivare a sfiorare un sogno, che carta alla mano, sembrava davvero impossibile quando tre anni fa si presentò quel mister di “provincia” tosco-campano. Ci mancherà Maurizio Sarri perché per tanti napoletani non era solo l’allenatore del Napoli ma ha rappresentato un papà, un amico, un uomo “comune” che ha avuto la presunzione e la faccia di c....di provare a conquistare il Palazzo e soprattutto non ha esitato un solo attimo, quando ce ne era bisogno, a difendere Napoli ed il suo Napoli, prendendosi spesso anche ingiuste critiche. Non ci sono dubbi che ha commesso anche lui qualche errore, dalla gestione della rosa, a lasciarsi cadere per primo nello sconforto davanti a certi misfatti ma la bellezza di Sarri è anche questa, un uomo genuino di sani valori e maledettamente umano!!
Comprendiamo in pieno i suoi dubbi nel voler continuare, dopo una stagione così estenuante e soprattutto senza la certezza di avere ancora con sé il suo amato gruppo per riprovare l'assalto al Palazzo.
Ovunque andrà resterà per sempre nei nostri cuori e poi chissà come faceva una vecchia canzone“certi amori fanno dei giri immensi e poi tornano”.
Complimenti a De Laurentiis che con un colpo di teatro ha sorpreso tutti, napoletani e non ma ovviamente l’arrivo di Carlo Ancellotti non è per nulla casuale o una mossa azzardata. Il presidente partenopeo sa bene che oltre a Sarri c’è la concreta possibilità di veder partire qualche pezzo da novanta, in primis quelli con clausola e la sua geniale idea è stata quella di anticipare questa evenienza e con una mossa sorprendente ha cercato di ricevere consensi che a stretto giro sarebbero potuti mancare. L’idea di Ancellotti è sublime per palati fini, De Laurentiis ha portato a casa il miglior allenatore italiano, il più decorato con la speranza non solo di attirare l’attenzione di qualche top-player ma anche del famoso Palazzo. Ebbene il patron azzurro ha capito che per vincere oltre ad avere un grande allenatore, una buona squadra bisogna avere anche un certo peso politico e ovviamente non ce ne voglia il Comandante ma nominare in ogni angolo del Palazzo il Napoli di Ancellotti è ben diverso dal pensare al Napoli dell’umano Sarri. Non vogliamo andare contro corrente ma la venuta di Carletto non è sinonimo di grande mercato, proprio perché l’ex di Bayern, Real e Chelsea (per citarne qualcuna) ha sempre vinto con top-player, potrebbe essere stato colpito dalle parole convincenti di De Laurentiis e abbia accettato Napoli come sorta di grande sfida per dimostrare a tutti il suo valore a prescindere i campioni in squadra, d’altronde non è stato poi così difficile accettare non ci dimentichiamo comunque che gli azzurri sono la seconda forza d’Italia e con un organico non proprio da "buttare". Sicuramente avrà avuto delle rassicurazioni, sopratutto in caso di partenza di qualche big ma nonostante quello che tutti ci vogliono far credere De Laurentiss continuerà a pensare in primis al bilancio. Non ci aspettiamo l’arrivo di top-player all’apice della loro carriera ma qualcuno in piena maturazione o con contratto in scadenza potrebbe arrivare, è evidente che per i giocatori Ancellotti sarà un’importante garanzia per abbracciare il progetto azzurro e chissà magari l’anno prossimo la compagine partenopea sarà descritta e ricordata come la squadra più "brutta" ad aver vinto un Campionato Italiano ma credo che tutto l’ambiente Napoli sarebbe estremamente felice di passare dalla “Grande BELLEZZA” a“FUGA PER LA VITTORIA”.



