servizio di Vincenzo Capretto @riproduzione riservata
Un Napoli non bello ma con carattere si riprende la testa della classifica e si presenta al big-match di venerdì con la Juventus, male che vada, a +4.
Primo tempo molto combattuto ma avaro di emozioni, l’unica è quella decisiva: al 31’ Maggio entra in area dalla desta e viene atterrato da Angella, rigore per Di Bello, poi confermato dal Var. Jorginho dal dischetto calcia malissimo ma Scuffet fa ancora peggio respingendo goffamente il pallone e per l’italo-brasiliano è un gioco da ragazzi realizzare in tap-in vincente. Poi il nulla totale,solo tanto agonismo e un gioco maschio stile anni 80.
La ripresa non è diversa dal primo tempo. Al 73’ il Napoli ci prova con Callejon da buona posizione ma il tiro è troppo centrale, poi qualche azione ficcante ma che si perdono sistematicamente negli undici metri. L’Udinese ci prova ma non va oltre due tiri dalla distanza di Barak parati agevolmente da Reina. Si soffre fino al 90° non tanto per la forza dell’Udinese ma perché, come spesso nelle ultime settimane, si vede un Napoli davvero stanco. Il triplice fischio è una liberazione.
Partita brutta, in gergo sporca, sinceramente forse neanche da Serie A ma molto probabilmente questo tipo di gara il Napoli l’anno scorso non l’avrebbe mai vinta e questo la dice molto sulla straordinaria stagione che stanno facendo gli uomini di Sarri. Azzurri lenti, poco lucidi e poco brillanti soprattutto nei giocatori di maggior talento. Errori gratuiti, poche ripartenze e poche verticalizzazioni, attacco sterile e poco incisivo con i tre attaccanti sottotono. Insomma una domenica no a parte il risultato. L’importante, calcolando anche che gli azzurri continuano a giocare ogni tre giorni da mesi, era vincere non importava come ma era fondamentale farlo per mantenere la testa della classifica e per lanciare ancora un segnale alle antagoniste. Gli azzurri ormai sanno soffrire, sanno combattere e sanno vincere anche non giocando al 100% e questo potrebbe essere lo step decisivo per puntare ad un traguardo che checché se ne dica resta un “miracolo” calcistico, guardare la rosa della Juventus e quella del Napoli e forse si capisce cosa significa riuscire alla fine a stare lì davanti.
Il migliore è l’intramontabile Christian Maggio non solo per aver procurato il rigore decisivo ma per i 90’ di applicazione e dedizione senza sbagliare praticamente nulla. Bene tutta la difesa. A centrocampo male solo Hamsik, in debito d’ossigeno. La notizia della giornata è che tutti gli attaccanti sono sotto la sufficienza, magari si sono risparmiati per venerdì!!
Ora testa alla Juventus sperando di ritrovare, nella partita delle partite, quella brillantezza, lucidità e vivacità scomparse oggi. Non è la sfida decisiva ma certamente battere la Juve sarebbe una bella mazzata, soprattutto psicologica, per gli uomini di Allegri.
