domenica 26 novembre 2017

Udinese Napoli 0-1, un brutto Napoli ma con cuore si riprende la vetta



servizio di Vincenzo Capretto @riproduzione riservata

Un Napoli non bello ma con carattere si riprende la testa della classifica e si presenta al big-match di venerdì con la Juventus, male che vada, a +4.
Primo tempo molto combattuto ma avaro di emozioni, l’unica è quella decisiva: al 31’ Maggio entra in area dalla desta e viene atterrato da Angella, rigore per Di Bello, poi confermato dal Var. Jorginho dal dischetto calcia malissimo ma Scuffet fa ancora peggio respingendo goffamente il pallone e per l’italo-brasiliano è un gioco da ragazzi realizzare in tap-in vincente. Poi il nulla totale,solo tanto agonismo e un gioco maschio stile anni 80.
La ripresa non è diversa dal primo tempo. Al 73’ il Napoli ci prova con Callejon da buona posizione ma il tiro è troppo centrale, poi qualche azione ficcante ma che si perdono sistematicamente negli undici metri. L’Udinese ci prova ma non va oltre due tiri dalla distanza di Barak parati agevolmente da Reina.  Si soffre fino al 90° non tanto per la forza dell’Udinese ma perché, come spesso nelle ultime settimane, si vede un Napoli davvero stanco. Il triplice fischio è una liberazione.
Partita brutta, in gergo sporca, sinceramente forse neanche da Serie A ma molto probabilmente questo tipo di gara il Napoli l’anno scorso non l’avrebbe mai vinta e questo la dice molto sulla straordinaria stagione che stanno facendo gli uomini di Sarri. Azzurri lenti, poco lucidi e poco brillanti soprattutto nei giocatori di maggior talento. Errori gratuiti, poche ripartenze e poche verticalizzazioni, attacco sterile e poco incisivo con i tre attaccanti sottotono. Insomma una domenica no a parte il risultato. L’importante, calcolando anche che gli azzurri continuano a giocare ogni tre giorni da mesi, era vincere non importava come ma era fondamentale farlo per mantenere la testa della classifica e per lanciare ancora un segnale alle antagoniste. Gli azzurri ormai sanno soffrire, sanno combattere e sanno vincere anche non giocando al 100% e questo potrebbe essere lo step decisivo per puntare ad un traguardo che checché se ne dica resta un “miracolo” calcistico, guardare la rosa della Juventus e quella del Napoli e forse si capisce cosa significa riuscire alla fine a stare lì davanti.
Il migliore è l’intramontabile Christian Maggio non solo per aver procurato il rigore decisivo ma per i 90’ di applicazione e dedizione senza sbagliare praticamente nulla. Bene tutta la difesa. A centrocampo male solo Hamsik, in debito d’ossigeno. La notizia della giornata è che tutti gli attaccanti sono sotto la sufficienza, magari si sono risparmiati per venerdì!!
Ora testa alla Juventus sperando di ritrovare, nella partita delle partite, quella brillantezza, lucidità e vivacità scomparse oggi. Non è la sfida decisiva ma certamente battere la Juve sarebbe una bella mazzata, soprattutto psicologica, per gli uomini di Allegri.

martedì 21 novembre 2017

Napoli Shakthar 3-0, azzurri ancora in corsa per gli ottavi



Il Napoli non delude battendo gli ucraini dello Shakhtar e riaccende la speranza di qualificazione agli ottavi di Champions con un secondo tempo straordinario e convincente ma riavvolgiamo il nastro del match.
Primo tempo degno di una partita di Coppa Italia più che una di Champions. Ritmi lenti e svogliatezza la fanno da padrone, oltre al risultato anche le occasioni impattano. Il Napoli sfiora la rete con Callejon imbeccato da Insigne e con lo stesso scugnizzo con un tiro da fuori, in entrambi i casi è bravo il portiere Pyatov. Gli ucraini si fanno pericolosi con il solito Taison che da ottima posizione calcia fuori e con Marlos che impegna severamente Reina con un tiro ravvicinato.
Nel secondo tempo c’è la metamorfosi, il brutto anatroccolo lascia il passo al cigno. Gli azzurri iniziano a pressare ed alzare immediatamente il baricentro, tocchi veloci e “solite” verticalizzazioni improvvise. Al 55’ Insigne crea una magia, supera due avversari e calcia all’incrocio dei pali lasciando solo l’aria al portiere ucraino. Gli azzurri non si fermano e attaccano come forsennati creando occasioni in continuazione, il raddoppio arriva all’81 con Zielinski che chiude un triangolo con Mertens mandando in tilt la difesa ucraina, pochi minuti e arriva il tris del folletto belga che appoggia di testa la respinta di Pyatov  su tiro ancora di testa di Albiol. Gli ultimi minuti sono solo pura accademia degli uomini di Sarri che ancora una volta dimostrano che quando giocano da Napoli non c’è ne per nessuno!!
Napoli sceso in campo senza mordente e questa volta non solo per colpa sua ma anche per tutto il contesto venutosi a creare, non solo l’allenatore ha sempre fatto comprendere che ai giocatori la Champions poco interessava ma questa volta anche i tifosi danno lo stesso segnale con una scarsa affluenza allo stadio. Comprendiamo l’importanza del Campionato ma non accettiamo questo modo di affrontare e diremo snobbare una competizione come la Champions, ricordiamoci che gli azzurri hanno fatto di tutto per raggiungere l’anno scorso la qualificazione diretta alla competizione così come hanno poi meritatamente conquistato con il sudore la qualificazione ai gironi nel preliminare con il Nizza quindi non si capisce questo atteggiamento di tutto l’ambiente e degli stessi giocatori. Ecco, queste siamo certi, sono state le frasi ed i concetti che Sarri avrà pronunciato nell’intervallo ai giocatori.
Colpiti nell’orgoglio, il Napoli del secondo tempo è stato un Napoli da Champions e ha giocato uno dei migliori tempi della stagione. Il goal meraviglioso di Insigne spacca la partita e scioglie come il burro lo Shakhtar che fino a quel momento aveva sbagliato davvero poco. Oltre a meravigliose giocate e sublimi tocchi si rivede quella tanto decantata “cazzimma” e quello spettacolo che solo gli azzurri sanno regalare. La qualificazione resta aperta, all’ultima giornata il Napoli dovrà vincere a Rotterdam contro il Fyenoord e sperare che il City faccia lo stesso con lo Shakhtar per poter brindare ad una qualificazione quasi insperata fino a qualche settimana fa.
Tutti ampiamente sopra la sufficienza, devastante il secondo tempo di Zielinski, ottimo Albiol orfano di Koulibaly e Mertens che dopo un primo tempo opaco propizia il secondo goal e firma il tris. Ancora una volta la palma del migliore è di Lorenzo Insigne, lotta a tutto campo e il suo goal è un gioiello di rara bellezza.
Ora, voltare pagina e pensare subire alla partita di Udine, dove il Napoli incontrerà una squadra in cerca di rivalsa e con una nuova guida tecnica, guai a distrarsi!!

domenica 19 novembre 2017

Napoli Milan 2-1, nonostante la stanchezza gli azzurri mantengono la vetta



servizio di Vincenzo Capretto ©riproduzione riservata

Un Napoli non brillante ma con cuore supera un buon Milan e resta da solo in vetta.
Gli azzurri in formazione tipo con il confermato Rui al posto dell’infortunato Ghoulam, il Milan si schiera con un centrocampo folto a far da scudo alla difesa.
Prima mezz’ora molto equilibrata con un sorprendente Milan che tiene testa ai partenopei “sfidandolo” anche sul piano del palleggio, vere occasioni non ce ne sono se non un colpo di testa di Callejon respinto da Donnarumma ed  un tiro di Allan da buona posizione parato senza patemi dall’estremo difensore rossonero. Al 33’ lancio di un ispirato Joriginho per Insigne che scatta sul filo del fuorigioco e insacca, il guardalinee annulla ma il Var, giustamente, rettifica. Il Milan patisce il colpo e gli azzurri prendono in mano il match, si rivede il Napoli ammirato qualche partita fa con scambi rapidi a memoria e verticalizzazioni improvvise ed Insigne sfiora la doppietta con un gran tiro parato ancora una volta da Donnarumma. La ripresa inizia con un Napoli più pimpante, pronti via meravigliosa giocata del Napoli che con quattro tocchi arriva alla conclusione ma Mertens “colpisce” lettermente Donnarumma, pochi minuti e sono ancora i guanti di Gigio che respingono un tiro di Hamsik. Il Napoli abbassa i ritmi, la stanchezza la fa da padrone ed il Milan prende l’inerzia della partita pur senza creare vere palle goal. Nel miglior momento dei rossoneri, gli azzurri sferrano il colpo letale, al 72’ minuto Mertens lancia sul filo del fuorigioco Zielinski che insacca, in tanti non esultano in attesa della conferma del Var sulla regolarità del goal che arriva puntualmente pochi secondi dopo. Il Milan non demorde e prova il forcing finale che si concretizza, per loro sfortuna, solo nel finale con un gran tiro di Romagnoli dalla distanza che sorprende Reina rendendo gli ultimo minuti emozionanti. La partita termina con il tripudio dei supporters azzurri.
Partita solo a tratti bella mentre in altri molto tattica soprattutto per la scelta dei rossoneri di mettere molta densità a centrocampo. Prima mezz’ora il Milan tiene molto bene il campo andando a pressare gli azzurri fino alla propria area di rigore, il Napoli prova a sfruttare la fascia sinistra dove un ottimo Rui non fa rimpiangere Ghoulam, è da lì che arrivano tutti i pericoli. Dopo il vantaggio scaturito da un’invenzione di Jorgihno gli azzurri schiacciano i rossoneri mettendo a nudo tutti i loro limiti difensivi. Peccato non aver raddoppiato subito. Nella ripresa a parte i primi quindici minuti il Napoli arranca denotando, come nelle ultime uscite, poca lucidità e tanta stanchezza soprattutto in certi uomini, è inutile ricominciare con i soliti discorsi della coperta lunga o corta, facciamoci una ragione questi sono gli uomini che con tutta probabilità dovranno tirare la “carretta” almeno fino a Gennaio, l’importante è non perdere qualcun altro per strada. I partenopei sono in riserva e ormai lo sono da qualche partita sarebbe davvero importante arrivare, nonostante questo, davanti a tutti o essere vicino a chi lo è al giro di boa.

Piccola nota, c'è ancora chi si lamenta del VAR e pure se il Campionato é così equilibrato lo si deve per il 50% a questa meravigliosa nuova tecnologia, certo possiamo lamentarci dei tempi di decisione ma siamo solo all'inizio!!

Tutti ampiamente sufficiente, sufficienza strimizzita per Allan è forse è lui quello che soffre maggiormente il centrocampo del Milan e per Reina, ci resta il dubbio che poteva fare qualcosa in più sul tiro di Romagnoli. I migliori sono tre, Rui non far rimpiangere Ghoulam, Koulibaly ancora una volta mostruoso e Insigne che fa aumentare il rammarico a tutta l’Italia visto il suo NON utilizzo nella partita di qualificazione ai mondiali.
Martedì arriva la Champions, c’è solo un risultato che conta ed il Napoli dovrà far di tutto per ottenerlo. La speranza è l'ultima a morire.

domenica 5 novembre 2017

Chievo Napoli 0-0, azzurri poco brillanti e molto stanchi



servizio di Vincenzo Capretto @riproduzione riservata

Il Napoli impatta al Bentegodi contro il Chievo di Maran, in un’atmosfera, visti i tanti supporters azzurri, tutt’altro che da trasferta. Servono poche righe per raccontare una partita così brutta, così scialba, così incredibilmente da 0-0.
Nel primo tempo nell’unica giocata degna di cronaca è Callejon a sfiorare la rete con un diagonale che finisce fuori di poco. Nella ripresa il Chievo tenta il colpaccio con un tiro da sessanta metri di Radovanovic che impensierisce Sepe costretto a rifugiarsi in angolo, il Napoli impegna Sorrentino solo con un colpo di testa di Hamsik, messo in angolo dal portiere clivense e con il “solito” tiro a giro di Insigne che impegna severamente l’estremo difensore giallo-blu. Per il resto nulla, calma piatta e non solo nel risultato.
Difficile capire le ragioni di questa prestazione da parte degli azzurri se non dietro ad un’evidente stanchezza fisica e mentale che ha colpito oggi la squadra.
Il Chievo fa la sua partita, accorta e di contenimento con dieci giocatori dietro la palla. Non può essere questa una buona scusante, i partenopei iniziano, continuano e finiscono sbagliando le giocate più semplici e mancando di quel mordente che serve e servirà per poter restare lassù. Azzurri stanchi, lenti, imprecisi e qualche volta irritanti nel continuo giro di palla senza mai affondare il colpo, senza mai saltare l’uomo e senza mai creare situazioni davvero pericolose. Una partita del genere dopo l’ultimo tour de force e con una “coperta” non proprio lunga ci sta. Resta la delusione non averci provato veramente neanche negli ultimi minuti e forse questa è la cosa che ci lascia più perplessi, possibile non avere quel pizzico di energia per provare ad ottenere tre punti importantissimi e pesantissimi contro il Chievo?!
Peccato non aver staccato l’Inter e peccato non aver mantenuto le distanze su due ferrari che stanno arrivando (Juve, Roma).
Sufficienza per la difesa mai veramente impegnata, Hamsik e Jorgihno inguardabili, in avanti si salva solo Insigne, unico che ci prova in qualche modo.
Non per essere ripetitivi o polemici ma vista la partita crediamo che oggi tranquillamente, considerando anche la forza dell’avversario, potevano scendere in campo sin dal primo minuto giocatori come Giaccherini, Ounas e Rog, non solo per una questione di freschezza fisica e mentale ma anche per quella verve che sicuramente oggi è mancata a quasi tutta la squadra.
Una cosa è certa contro avversari che si arroccano in difesa bisogna trovare alternative valide come gioco e come uomini. Si spera che la sosta sia un toccasana per gli uomini di Sarri perché il Campionato è davvero lungo, molto lungo.

giovedì 2 novembre 2017

Napoli Manchester City 2-4, ottavi sempre più lontani

servizio di Vincenzo Capretto ©riproduzione riservata


Il Napoli esce sconfitto oltre i propri demeriti in una bellissima partita degna della Champions.

Gli azzurri scendono in campo con una grinta e ferocia come in una finale mondiale, giocano con ritmi vertiginosi e pressing asfissiante schiacciando il City nella propria metà campo, difficile vedere una squadra in Europa e nel mondo mettere gli inglesi così in difficoltà, la conseguenza è il meritato vantaggio dei partenopei al 21’con Insigne che insacca dopo un uno-due magistrale con Mertens. Raggiunto il vantaggio, il Napoli è costretto ad abbassare i ritmi ed i Citizens prendono in mano l’incontro dimostrando di essere davvero una squadra non solo bella ma anche devastante e cinica ed in quindici minuti sfiorano di ribaltare completamente l’incontro, prima pareggiano con il colpo di testa di Otamendi che sovrasta Hysaj e successivamente sfiorano il raddoppio con Stones che colpisce sempre di testa la traversa. Il primo tempo finisce con un giusto pari.

La ripresa riparte e lo spettro Real Madrid dell’anno scorso ritorna, ancora su angolo, ancora di testa Stones trafigge Reina. Gli azzurri provano a reagire ed a rialzare i ritmi, Insigne colpisce una clamorosa traversa ma pochi minuti ed arriva il meritato pareggio con Jorgihno su rigore per fallo su Albiol. La ruota sembrerebbe girare ma invece un po’ per sfortuna e imprecisione ed un po’ per bravura dell’avversario così non è, l’episodio decisivo arriva a metà ripresa, Callejon si fa parare da Ederson la palla del sorpasso e trenta secondi dopo in ripartenza il City passa con Aguero. Il Napoli negli ultimi minuti con le poche forze residue prova a radrizzare l’incontro ma ancora in ripartenza gli inglesi colpiscono con Sterling. La partita termina tra gli applausi del San Paolo.

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Partendo da un dato ovvio e forse per tanti scontato, il Manchester City è più forte del Napoli ed allo stato attuale è la squadra più forte e più bella d’Europa e soprattutto sottolineiamo che é anche molto più ricca e con una rosa ampiamente più lunga e di qualità degli azzurri, questo fa comprendere l’eccezionalità nel vedere il Napoli mettere sotto il City nella prima mezz’ora dell’incontro. Da settimane ci lamentiamo che forse l’unico limite degli azzurri è la rosa corta non come numero ma come qualità, la tesi è confermata quando purtroppo il miglior esterno di difesa sinistro del Campionato e forse d’Europa attuale Ghoulam, a metà del primo tempo si infortuna e gli azzurri ne risentono terribilmente non avendo un sostituto all’altezza. Sarri nelle prossime gare sarà costretto per forza maggiore a farci vedere un altro mistero chiamato Mario Rui e ci chiediamo se forse era giusto trattenere Strinic!! Nonostante i diversi goal subiti su calcio da fermo non comprendiamo perché il Napoli si ostini a difendere a zona e non apportare qualche modifica per arginare un limite ormai evidente. Non siamo antisportivi ma il fallo tattico, l’ammonizione e forse anche l’espulsione in certi casi la si deve mettere in conto, non si comprende come un giocatore di esperienza come Maggio nell’azione della ripartenza del 3-2 del Manchester City non pensi ad una cosa del genere.

La qualificazione ora diventa un’impresa se non un miracolo, il calendario non sorride agli azzurri, difficile pensare che se anche il Napoli riuscisse a vincere la prossima con lo Shaktar al San Paolo, il City all’ultima in casa degli ucraini vada a vincere con una qualificazione già in tasca e soprattutto vada a consumare energie con un primato della Premier da difendere. Peccato, perché anche giocarne una dietro un’altra contro i Citizens non è stato certo una fortuna per gli uomini di Sarri.

Stasera fioccano le insufficienze anche se non gravissime. Partiamo con Reina, non ha grandi colpe sui goal ma certamente qualcosa in più poteva fare soprattutto sul primo di testa di Otamendi, insufficiente Albiol, si fa sovrastare da Stones per il primo vantaggio degli inglesi e come tutta la difesa spesso va in apprensione, proseguiamo con Koulibay che alterna momenti positivi a negativi,  è la volta  di Maggio, purtroppo non può più reggere certi ritmi e viene letteralmente travolto dal giovane campione Sanè. Insufficienza per Hamsik che nella ripresa sparisce letteralmente e soprattutto è il colpevole della ripartenza del City per il 3-2, l’ultima insufficienza è per Callejon, è da qualche partita che non incide come l’inizio stagione, poteva essere l’eroe della serata ma il tiro parato da Ederson per il possibile 3-2 lo vediamo più come una rete sbagliata che un miracolo dell’estremo difensore. Il migliore è Insigne non solo per il goal, combatte ed è l’ultimo ad arrendersi.

Ora, cercare di mettere da parte la Champions, dimenticare il più in fretta possibile questa sconfitta e provare a trovare una valida alternativa a Ghoulam non solo in termini di uomo ma anche in termini di gioco perchè in Campionato non ci possiamo permettere nessun passo falso. L’infortunio è dietro l’angolo ma sicuramente c’è molta più probabilità che avvenga se un giocatore dopo neanche tre mesi ha già giocato oltre millecinquecento minuti, ci spiace sottolineare questo ma in determinate partite Sarri deve ruotare di più la rosa anche rischiando qualcosa in termini di risultati.