Cocente delusione per il popolo azzurro. All’ultima curva finisce la benzina, lasciando campo libero alla Juve del “maestro” Pirlo.
Già tempo fa avevamo scritto su queste stesse pagine che il Napoli era come una montagna russa, poteva vincere e perdere con chiunque. Anche l’ultima partita ha dimostrato questo.
Le colpe? Difficile da trovare un vero colpevole a questa débâcle. Dalla società, all’allenatore, ai giocatori.
Potremmo dire che il Napoli non va in Champions per il rigore inventato da Calvarese in Juventus Inter o per il goal annullato a Osimhen in Napoli Cagliari? Sarebbe troppo facile e un
La Società sbaglia nel silenzio stampa fatto da mesi, sbaglia nel non confrontarsi con la stampa e tifosi, sbaglia nell’andare a cercare a metà stagione un nuovo allenatore. Sbaglia tutto quello che si può sbagliare nella comunicazione. L’allenatore pecca di inesperienza. Molto più semplice preparare le partite, soprattutto se sei a pieno organico. La parte complicata è nel saper gestire l’andamento di un match o trovare soluzioni quando in apparenza sembrano non esserci. Potremmo ritornare su le tante partite buttate alle ortiche per decisioni discutibili, ma non cambierebbe nulla. La partita di ieri è l’emblema: a dieci minuti dal termine lancia tutti gli attaccanti in campo e lascia un solo centrocampista. Praticamente una mossa della disperazione inutile. Così come inutile schierare un impalpabile Bayakoko e non Demme.
Se Gattuso avesse centrato la Champions avrebbe raggiunto l’obiettivo, ma da quì a santificarlo ce ne passa. La stagione è fallimentare. Non ci sono altri termini.
Capitolo squadra. Quasi inaccettabili le lacrime a fine partita. Non serve l’allenatore, i tifosi, o soldi per avere stimoli in un incontro dove ti giochi il presente, ma soprattutto il futuro. A questi livelli non può esistere la paura. Ci spiace, ma chi ha la tremarella in una partita del genere non può fare il calciatore e tantomeno non può indossare la maglia di una squadra che lotta per certi obiettivi. Ci chiediamo, ma un ottavo di Champions come lo avrebbero vissuto?
Il futuro? Il Napoli, come tante squadre, subirà un ridimensionamento. La sua fortuna è che ha un paio di giocatori da cui può creare un tesoretto per rifondare parzialmente la squadra.
Allenatore. Difficile, forse il nome più idoneo al momento è uno tra Coinceao e Inzaghi. Altri nomi sono ormai inarrivabili, per stipendio e per richieste di mercato.
